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Il linguaggio del digitale
23/12/2021 Il linguaggio del digitale

Il linguaggio del digitale

Il linguaggio del digitale

Il linguaggio del digitale.

Il linguaggio del digitale, ha modificato il linguaggio che comunemente utilizziamo e anche se celato dalla quotidianità di ognuno, sta modificando il nostro modo di relazionarci con il mondo esterno e anche il modo in cui gestiamo i nostri legami quotidiani.

Questo cambiamento che deriva principalmente dall’uso della tecnologia indubbiamente coinvolge anche un cambiamento della nostra lingua, non solo perché ormai intrisa di neologismi ed inglesismi ma anche perché il tipo di relazione che si instaura con gli altri esseri umani avviene sempre più spesso attraverso mezzi totalmente soprattutto se comparati ai mezzi tradizionali che sono rimasti invariati per secoli.
In particolar modo quella della lingua italiana, influenzata dall’avvento del digitale, sembra essere una rivoluzione rapidissima che sta trasformando il nostro modo di scrivere e parlare più velocemente di quanto si percepisca. Questo cambiamento è composto da diversi fattori, tra cui il fatto che l’italiano è una lingua giovanissima. Così come lo parliamo e conosciamo noi ha iniziato realmente a diffondersi, soppiantando i diversi dialetti, solo con la fine delle guerre e con il diffondersi di radio e televisione. È palpabile che vi sia un cambiamento in atto ma il modo di scrivere rapido, conversazionale e connesso della rete non è per forza un passo indietro.
Tra i cambiamenti che la crescita digitale sta introducendo nell’uso che facciamo della nostra lingua, l’aspetto che viene più sottolineato è legato ad innovazioni di tipo formale, come ad esempio la diffusione di nuove parole spesso di derivazione anglosassone (trollare,), l’uso crescente di acronimi (lol, tvb) e di forme univerbate (evvai, chemmeraviglia, apperò, mobbasta), o l’impiego generalizzato di emoji ed emoticon, per dare espressività ai nostri testi. Se è innegabile che questi fenomeni stiano in effetti interessando la lingua che usiamo nei social media, si tratta tuttavia di fenomeni di superficie, che rivestono un interesse passeggero, legato spesso a mode occasionali.

Una nuova era della parola scritta.

il linguaggio del digitale

Per concentrarsi invece su un’indagine meno superficiale ed indagare i mutamenti introdotti nella lingua dalla comunicazione digitale dobbiamo invece analizzare il cambiamento, ben più profondo, che si sta verificando nel rapporto che abbiamo con la parola scritta. In questo secolo infatti è innegabile che vi sia un forte ritorno all’uso della parola scritta ad appannaggio di una molteplicità di individui e che fino a 150 anni fa era privilegio di pochi.
Le generazioni che popolano i social media sono storicamente quelle che utilizzano di più la scrittura: anche se il parlato resta ancora la modalità comunicativa di cui ci serviamo di più, è innegabile che il nostro periodo storico è quello in cui usiamo di più la parola scritta, e lo facciamo soprattutto per interagire e dialogare quasi in tempo reale con altre persone.

Un linguaggio fluido

Una delle analisi più interessanti è senza dubbio il caso della conversazionalità della scrittura contemporanea. Utilizziamo infatti stilemi del linguaggio parlato adattati allo scritto, scritto che però necessità di una velocità ed una simultaneità tipica del linguaggio orale. Nel tempo infatti quest’uso conversazionale è sempre stato estraneo alla scrittura e distante dalla comunicazione immediata.
Nata per fissare le idee in una forma chiusa e definita, la scrittura è sempre stata legata a forme di comunicazione asincrone, analitiche e ponderate. La scrittura digitale degli ambienti connessi è invece immediata, dialogica, rapida e sempre protesa verso altri testi; procede per frammenti brevi e continui – così come fa tradizionalmente il linguaggio parlato – dando vita a flussi ininterrotti di conversazioni di massa.
La scrittura digitale infatti si compone di livelli di linguaggio assolutamente diversi, anche solo per il fatto che si dota di strumenti come link di approfondimento, immagini, animazioni e citazioni.
Per far fronte a queste mutate abitudini sociali e comunicative, la scrittura degli ambienti digitali connessi, si adegua alla logica del consumo immediato:

  • fluida
  • mutevole
  • negoziabile

Per adattarsi a queste nuove necessità di comunicazione e dialogo la lingua attinge da altre forme (o altre lingue) per inventare le forme che le mancano, modificando parole, adattando elementi non suoi, impiegando la punteggiatura come mezzo d’immagine: : – ) : – ( : – | che si trasformano ormai automaticamente in 🙂 🙁 😐 anche sugli editor di testo più comuni. È chiaro che oltre all’ovvia funzione di esprimere uno stato d’animo, gli emoticon servono anche per manifestare empatia con gli interlocutori, e per attenuare la forza di un messaggio, che senza faccine potrebbe altrimenti essere scambiato per ostile o aggressivo. È chiaro che mentre la punteggiatura assume questo senso grafico, inizia progressivamente a perdere il suo ruolo originale, dettato dalla necessità dell’immediatezza e dalla velocità con la quale comunichiamo.

Il cambiamento questa volta parte dallo scritto

Queste e le tante altre innovazioni che la nuova scrittura digitale, scardinano di fatto un altro assunto consolidato: che le lingue cambiano soprattutto grazie all’influenza del parlato, più dinamico e aperto ai mutamenti, e dunque in grado di proporsi come motore dell’innovazione linguistica, che solo nel tempo viene poi accettata e codificata nello scritto. Al contrario, in questo caso si può affermale che lo scritto digitale sta mutando prima di quello orale. Anzi, lo scritto sta cambiando con le peculiarità canoniche del cambiamento orale e va a sua volta a modificare il linguaggio e si sta innestandosi con il ruolo di portatore di innovazione, proponendosi come una delle modalità più dinamiche e vitali della comunicazione linguistica.

Dopo queste riflessioni ci piace chiudere citando un un bellissimo articolo di Paola Pietrandrea: la lingua è un bene comune, curiamola tutti. Dovremmo imparare perciò a padroneggiare sia lo scritto tradizionale, monologico e formale, sia il nuovo scritto digitale, conversazionale, rapido e informale, “senza pregiudizi sulla superiorità dell’uno rispetto all’altro, accettando solo di conoscerne e rispettarne le differenze, adattandovisi con pazienza”. Perché, come dice Mark Curtis, Le conversazioni sono l’essenza della nostra società.

Rappresentano il modo in cui ci scambiamo le idee, un momento vitale nel processo cognitivo. Attraverso le conversazioni esploriamo i concetti e calibriamo e definiamo noi stessi, i ruoli, l’amicizia e l’amore.

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