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Mum, il nuovo algoritmo di Google che promette faville
17/06/2021 Mum, il nuovo algoritmo di Google che promette faville

Mum, il nuovo algoritmo di Google che promette faville

Mum, il nuovo algoritmo di Google che promette faville

Google ha presentato un nuovo algoritmo di ricerca addirittura mille volte più potente del suo predecessore. Questo è Mum, un upgrade in grado di fornire ottimi risultati anche alle query di ricerca più complesse, interrogando innumerevoli variabili.

Durante la conferenza annuale di quest’anno, Google ha anticipato la volontà di voler continuare negli investimenti sull’intelligenza artificiale, con la scelta di renderla protagonista indiscussa del sistema di ricerche.
Questo upgrade parte in realtà da un importante passaggio fatto anche abbastanza recentemente, Google BERT – ne abbiamo parlato qui qualche tempo fa –  ma a differenza del suo predecessore, ha la capacità di gestire ricerche molto più complesse.

Il nuovo algoritmo Mum è l’acronimo di Multitask Unified Model ed è davvero 1000 volte più potente del suo predecessore: utilizza mille nodi all’interno della rete neurale in cui è progettato.
C’ una sorprendente idea alla base del nuovo algoritmo, la volontà di avvicinarsi quanto più possibile alla rete neurale del cervello e del passaggio di informazioni che simula le nostre sinapsi nervose. Da qui ogni nodo diventa un punto di decisione attraverso cui l’algoritmo elabora le ricerche utente.

L’idea che permane è sempre quella di mantenere la barra a dritta su utilità dei risultati e loro pertinenza, attraverso un processo di valutazione che rende Google quello che è oggi.

Mum è stato sviluppato e predisposto attualmente in 75 lingue diverse utilizzando una mole di dati sorprendente poiché prende in analisi tutti i dati sottoposti a scansione presenti nell’open web – ossia i contenuti pubblici online – e preselezionando i contenuti di reale valore a scapito di quelli meramente costruiti per acchiappare click.

L’aspetto più notevole è quello della generazione delle risposte e dei risultati alle query complesse: secondo Google, il nuovo algoritmo potrà “apprendere e comprendere” dalle domande più particolari degli utenti e fornire risposte dirette già in preview, al pari di come potrebbe fare una persona in carne ed ossa.
La multimodalità del nuovo algoritmo dovrebbe permettere di ottenere, oltretutto, anche risultati corredati da immagini, video e altri contenuti aggregati, i quali faranno parte di risposte integrate e – attenzione – basati sui risultati di tutto il web, ovvero con una capacità di sfruttare la traduzione automatica, mostrando risposte da molteplici lingue tradotte simultaneamente nella lingua dell’utente che ha effettuato la ricerca. Parliamo di un passo da gigante.

 

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